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 Bernabò Visconti

di Maria Grazia Tolfo

 

Monumento funebre di BernabòFiglio di Stefano e di Valentina Doria, nasce a Milano nel monastero di S. Margherita all’inizio del 1323.

Come secondogenito, è prevista per lui la carriera ecclesiastica e viene quindi avviato agli studi di diritto. Nel luglio1340 partecipa forse insieme ai fratelli alla congiura ordita contro lo zio Luchino  da Francesco Pusterla  e altri nobili. Grazie alla denuncia di Ramengo da Casate, la congiura viene scoperta e molti congiurati uccisi, ma Luchino non prende alcuna misura punitiva nei confronti dei nipoti. 

Nel 1343 da Beltramola de’ Grassi gli nasce Ambrogio, probabilmente il primo di una lunghissima serie di figli. Nel 1346 Bernabò deve però lasciare Milano perché esiliato coi fratelli e viaggia in Savoia, nelle Fiandre e in Francia, dove è ospite della corte di Filippo VI (1348). Potrà tornare a Milano nel marzo 1349, richiamato dallo zio arcivescovo Giovanni succeduto nel governo cittadino al fratello Luchino.  

Il 27 settembre1350 Bernabò sposa a Verona Beatrice (Regina) della Scala, figlia di Mastino II e di Taddea da Carrara, nata a Verona nel 1331, con la quale era promesso dal 1345. 

L'11 ottobre 1354 lo zio Giovanni divide il governo dello Stato visconteo fra i tre nipoti Matteo II, Galeazzo II e Bernabò, dopo aver comprato dall'imperatore Carlo IV di Boemia il vicariato. 

1355: Bernabò inizia la costruzione della cittadella di Bergamo. 
Agosto: Bernabò tenta di prendere Bologna retta da Giovanni Visconti di Oleggio, ma invano. 
26 settembre: Matteo II  muore e lo Stato visconteo viene diviso fra Galeazzo II e Bernabò, che ottiene la parte orientale e a Milano le porte Romana, Tonsa, Orientale e Nuova.  

4 ottobre 1356: il vicario imperiale Markward (Marcovaldo) von Raudeck attacca Milano in seguito a offese fatte dai Visconti all'imperatore; il  12 novembre il vicario imperiale è fatto prigioniero dalle truppe di Bernabò, comandate dal vecchio Lodrisio.  
Bernabò inizia a fortificare il palazzo di S. Giovanni in Conca e ad abbellire la chiesa omonima, dove verrà collocata la sua statua equestre realizzata da Bonino da Campione (dal 1363). 

1359: Bernabò dona cospicui fondi agli ospedali di S. Caterina in Brolo, del Brolo, di S. Ambrogio, di S. Giacomo dei Pellegrini a Porta Vercellina e di S. Antonio. Questa attività caritativa non lo preserva dalle ire papali quando tenta di prendere Bologna, che Giovanni Visconti di Oleggio ha ceduto al papa.

Agosto 1360: piove la prima accusa di eresia sul capo di Bernabò e l'anno dopo l'imperatore Carlo IV di Boemia, schierato con il papa, emette un decreto di condanna di Bernabò, vicario imperiale.  

29 luglio1361: l'esercito di Bernabò è sconfitto a San Ruffillo dalle truppe del legato guidate da Galeotto Malatesta. E' una gravissima disfatta con centinaia di morti e prigionieri e la perdita del tesoro dell'esercito. In base al principio che le disgrazie non vengono mai da sole, il 14 ottobre1362 Ugolino Gonzaga, marito di Caterina Visconti, viene assassinato dai fratelli. Questo fatto crea le premesse per lo scontro tra Mantova e Bernabò. Minacciato ormai da più fronti, il 17 dicembre1362 gli ambasciatori di Bernabò cercano un accordo con il papa per Bologna con la mediazione del re di Francia Giovanni II il Buono.  

22 gennaio 1363: Pietro I da Lusignano, re di Cipro, arriva a Milano per promuovere la crociata contro i Turchi; Bernabò gli promette in sposa la figlia Valenza o Valentina
4 marzo: essendo scaduta l'ultima proroga per presentarsi ad Avignone, Urbano V proclama Bernabò eretico, scismatico, maledetto dalla Chiesa e lo priva di tutti i suoi diritti. La condanna è estesa anche ai suoi figli. Il mese dopo Bernabò è gravemente sconfitto e suo figlio Ambrogio fatto prigioniero. Anche l'armistizio tentato in settembre con il legato pontificio Albornoz resta incerto per via dell'ostilità che il legato nutriva contro il Visconti. La pace verrà firmata il 13 marzo1364 e Bernabò lascia i castelli del bolognese in cambio di 500.000 fiorini. 

1367: Bernabò, messo da parte l'odio che nutre per Cansignorio della Scala, s'incontra con lui per decidere una vantaggiosa strategia comune: avrebbero combattuto insieme i Gonzaga e lo Scaligero si sarebbe tenuta Mantova in cambio dell'alleanza coi Visconti. 

Primavera 1368: attacco a Mantova.  
27 agosto:
dopo alterne vicende nello scontro presso Mantova, viene siglato un accordo a Modena tra Bernabò, l'imperatore e il vicario.  

13 giugno 1370: Bernabò assedia Reggio, che si trovava sotto la signoria di Feltrino Gonzaga assistito dalla Lega che invia un esercito. La guerra vede prevalere ora l'una ora l'altra parte. Il 2 maggio 1371 con un espediente Niccolò II d'Este si impadronisce di Reggio che viene saccheggiata dalla compagnia di Lucio Lando. Feltrino Gonzaga, che aveva occupato Reggio, si chiude nel castello e invia il figlio Guido da Bernabò per proporgli la vendita della città. Il 17 maggio Bernabò acquista Reggio per 50.000 fiorini e invia a presidiarla la compagnia del figlio Ambrogio con 300 lance. L'amministrazione di Reggio è affidata a Regina della Scala. Lucio Lando, temendo di essere estromesso dall'affare, va a Parma da Bernabò e ottiene per il suo allontanamento un prestito di 40.000 fiorini. Ambrogio da Reggio attacca le campagne di Modena e Ferrara. Nel giugno del 1372 l'esercito di Bernabò sconfigge la Lega e il capitano Francesco da Fogliano è preso prigioniero. Bernabò chiede che, in cambio della vita, gli ceda i castelli che possiede nel Reggiano, ma suo fratello Guido da Fogliano non accetta il ricatto e Francesco è impiccato sulle mura di Reggio. Il papa proclama una nuova crociata contro i Visconti. 

28 marzo 1373: accusati di eresia e contumaci, Bernabò e Galeazzo II sono nuovamente condannati dalla Chiesa. La situazione a Milano è peggiorata da un'epidemia di peste che scoppia in estate: Bernabò interviene a Milano con estrema decisione (e crudeltà) riducendo notevolmente i danni. Sempre durante l'estate viene assassinato suo figlio Ambrogio presso Caprino Bergamasco durante uno scontro con gli abitanti delle valli. A settembre Bernabò guida personalmente una spedizione per domare la rivolta e rade al suolo il monastero di Pontida che aveva appoggiato i ribelli. 

14 novembre 1377: la lotta per il possesso di Tenedo sui Dardanelli porta ad un'alleanza tra Venezia e Bernabò contro Genova. La guerra inizierà nella primavera del 1378.  

marzo 1379: Bernabò spartisce il suo territorio tra i suoi cinque figli maschi legittimi: Marco ha la metà di Milano; Lodovico Crema e Lodi; Carlo Cremona, Borgo San Donnino e Parma; Rodolfo Bergamo, Soncino e Ghiara d'Adda; Mastino Brescia e Val Camonica. A Donnina dei Porri e al figlio Lancillotto va il feudo di Pagazzano nella Ghiara d'Adda. 
Si verifica un incendio nel palazzo di S. Giovanni in Conca, che viene  interpretato come un presagio della sua imminente fine. 
Settembre: nella guerra tra Genova e Venezia, Bernabò scende in campo a fianco di quest'ultima, ma viene sconfitto dai Genovesi  in Val Bisagno. 

12 ottobre 1380: Bernabò propone un'alleanza italiana contro le compagnie straniere in Italia. La proposta nasce dalla preoccupazione per la discesa di Carlo di Durazzo ed anche dal risentimento contro i generi Giovanni Acuto e Lucio Lando che l'avevano abbandonato. La proposta viene accolta con perplessità.   
15 novembre: si celebrano le nozze tra Gian Galeazzo e sua figlia Caterina, ma nello stesso giorno muore Azzone, secondogenito di Gian Galeazzo, e Bernabò manca di fare le condoglianze al nipote-genero. 

Febbraio 1382: Bernabò  e Ludovico d'Angiò si accordano a Milano per la conquista di Napoli. Si parla del matrimonio tra il figlio di Ludovico (Ludovico II) e Lucia, figlia di Bernabò. L'accordo è mediato da Amedeo VI e sarà siglato il 18 luglio seguente a Milano. 

6 maggio 1385: sta per andare a segno il suo progetto di far sposare la figlia Lucia a Ludovico II d'Angiò, erede del trono di Napoli. Nel timore che la potenza dello zio diventi pericolosa per la sua vita, con uno stratagemma Gian Galeazzo lo cattura insieme ai cugini Ludovico (che è anche il marito di sua sorella Violante) e Rodolfo e li imprigiona nel Castello di Porta Giovia. Gian Galeazzo dispone di un piccolo esercito di 500 lance al comando di Jacopo dal Verme, Ottone di Mandello e Giovanni Malaspina, che devono sedare una possibile insurrezione. Invece il popolo saccheggia i palazzi di Bernabò e dei figli e distrugge i registri dei tributi. Il 7 maggio si arrende la rocca di Porta Romana. Il Consiglio Generale conferisce a Gian Galeazzo la signoria della città, trascurando gli eredi di Bernabò.
Dall'8 al 14 maggio Gian Galeazzo occupa tutte le città di Bernabò e dei suoi figli. Solo le rocche resistono più a lungo. Il 25 maggio Bernabò viene trasferito sotto scorta di Gasparino Visconti, figlio di Uberteto, dal castello di Porta Giovia a quello di Trezzo assieme a Donnina dei Porri, che diventa sua moglie in carcere (il matrimonio sarà annullato da Gian Galeazzo). Il 19 dicembre Bernabò viene ucciso nel castello di Trezzo con del veleno in una scodella di fagioli. Viene sepolto in S. Giovanni in Conca con funerali ipocritamente solenni.

Ultima modifica:  martedì 21 gennaio 2003

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