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 Il Sestiere di Porta Romana

Via Poslaghetto

di Maria Grazia Tolfo

L'isolato di via Poslaghetto nel PRG del 1953L'isolato di via Poslaghetto con la Torre Velasca

 

La scomparsa via era una delle più antiche di Milano, visto che possiamo considerarla contemporanea del laghetto formato dal Seveso e della darsena che ne fecero i Romani in età augustea (vedi). Era una via senz’altro anteriore alla via Laudense o corso di Porta Romana, dalla quale venne declassata.

Non sappiamo come e quando si deteriorò il tessuto abitativo, forse per la vicinanza del famigerato Bottonuto, ma alla fine dell’Ottocento la via godeva di una pessima fama: vi erano registrate tre case di tolleranza e osterie equivoche, tanto che alla fine della guerra misero una sbarra.

All’angolo con l’attuale via Velasca si trovava la chiesa di S. Giovanni in Gugirolo con annesso battistero, eretta in età longobarda per il culto ariano. Immemori di tanta storia, i milanesi la vendettero al signori Rubini, Falck, Scalini, “proprietari di varie miniere, fucine e forni e dell’I.R. privilegio di Dongo per la fabbricazione di oggetti di ghisa per usi meccanici, fisici, ecc. e per stufe di ogni sorta, ferro lavorato a maglia, chioderia, ecc.”. Quindi, un deposito o un’esposizione di oggetti di ghisa, che si estendeva anche alla sconsacrata e ugualmente longobarda chiesa di S. Giovanni in Conca in piazza Missori.

La via Poslaghetto e S. Giovanni in Gugirolo in una veduta del 1630

 

Ultima modifica: giovedì 14 dicembre 2006

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