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 Cronologia di Gerolamo Cardano

di Paolo Colussi

 

1501

Il 24 settembre Gerolamo Cardano nasce a Pavia da Fazio e Clara Micheria, di 36 anni.
Fazio aveva allora 56 anni. Originario di Cardano, presso Gallarate, Fazio si era laureato in medicina a Pavia. Era entrato a far parte del Collegio dei Giurenconsulti. Tra le sue opere va ricordato il commento al De perspectivis communis di Peckham (1480). Personaggio curioso e in fama di mago, Fazio vestiva sempre di rosso con una cappa nera. Era amico del fabbro Galeazzo Rossi abilissimo nel creare leghe d'acciaio (quando muore alcuni anni dopo, Gerolamo sente un gran colpo nel muro). Leonardo cita Fazio nel Codice Atlantico (f.225) a proposito di un libro di matematica. Fazio insegnava alle Scuole Piatti. Gerolamo nasce a Pavia perché la madre incinta si era là trasferita da un padrino (Isidoro Resta) fingendosi governante. Per sfuggire alla peste Gerolamo viene portato subito a Moirago dove resta a balia per 3 anni.

1504 

Gerolamo viene portato a Milano dove vive con la madre e la zia Margherita. Qualche tempo dopo i genitori si riuniscono e vanno ad abitare in via Arena. Da bambino era sonnambulo e aveva al mattino nel dormiveglia delle visioni (cerchietti che prendono varie forme).

1509 

Deve accompagnare il padre con grossi pesi dai clienti. Queste fatiche lo fanno ammalare e viene esentato da questo lavoro per un po'. Nel mese di maggio vede dalla finestra i francesi che rientrano vittoriosi dalla battaglia di Agnadello. Riprende poi a lavorare seguendo il padre fino a 16 anni. Cambia casa più volte, alla fine il padre si stabilisce presso un parente "vicino al mulino dei Bossi". Impara dal padre a leggere, scrivere, la matematica e "certe nozioni quasi occulte". Dalla madre impara la musica.

1517

Impara a usare le armi, a cavalcare, a nuotare. Viene arruolato nella riserva. Diviene abilissimo nel gioco delle carte, dei dadi e degli scacchi.

1520

Si iscrive all'università di Pavia, il padre gli impone la facoltà di Giurisprudenza.

1521

Compra da uno "sconosciuto" un Apuleio in latino. Lo legge durante tutta la notte e il giorno dopo ha imparato a leggere e scrivere in latino. Quasi contemporaneamente impara nello stesso modo il greco, lo spagnolo e il francese (solo per la lettura). A Pavia gira di notte per la città con la faccia coperta da un velo nero e con il pugnale alla cintura: un'abitudine che avrebbe mantenuto per tutta la vita. Passa da giurisprudenza a filosofia e medicina. A filosofia arriva a insegnare Paolo Ricci, divulgatore della cabala ebraica (non sappiamo se si sono frequentati). Muore probabilmente in quest'anno la zia Margherita.

1522

L'università di Pavia viene chiusa per la guerra tra imperiali e francesi. Cardano si trasferisce a Padova. Dal 1522 al 1531 è impotente.

1524

Consegue a Padova il bacellierato "in artibus", cioè medicina e filosofia. Il 28 agosto muore il padre Fazio che aveva sposato poco prima di morire la madre di Gerolamo. Gerolamo era a Milano nei primi giorni di agosto, ma era ripartito prima della morte del padre per evitare la peste. Fazio viene sepolto in S.Marco. La lapide, dettata da Gerolamo probabilmente dopo il 1526 portava questa scritta: 

FACIO CARDANO
I.C.
MORS FUIT IT QUID VIXI, VITAM MORS DEDIT IPSA
MENS AETERNA MANET, GLORIA TUTA, QUIES
OBIIT ANNO MDXXIV KAL SEPT ANNO AETATIS LXXX
HIERONYMUS CARDANUS MEDICUS, PARENTI
POSTERISQUE

Data la magra eredità (per giunta contrastata da cause con i Castiglioni e i Barbiano) per mantenersi ricorre al gioco. Scrive in volgare la prima versione del De ludis.

1526

Si laurea in medicina a Padova. Primi segni prodigiosi: ronzio all'orecchio destro se parlano bene di lui, all'orecchio sinistro se parlano male. Nel settembre, grazie a Francesco Bonafede fondatore dell'Orto botanico di Padova, si stabilisce a Sacco (Saccolongo) vicino a Padova per esercitare la professione. Continua a giocare, scrive libri (perduti) sul "Metodo di cura", "Sull'epidemia", sulla "Chiromanzia". I primi due vengono distrutti "dall'orina dei gatti". Disavventura di gioco a Venezia.

1529

Con il ritorno di Francesco II Sforza decide di rientrare a Milano. La madre, che abitava a S.Michele alla Chiusa, è stanca e ammalata. Gerolamo inizia a sentire attorno a sè lo "splendore" che lo protegge e lo aiuta.

1530 

Il 30 dicembre chiede di essere ammesso al Collegio dei fisici, ma la domanda è respinta perché è illegittimo di nascita anche se era stato legittimato per matrimonio successivo alla nascita. Primo testamento: usufrutto alla madre ed erede l'Ospedale Maggiore.

1531

Deluso torna a Sacco. E' ammalato, sente la sua carne "odorare di zolfo, d'incenso e di altre sostanze". Segno premonitore e infausto del matrimonio. Poco dopo conosce Lucia Banderini, alla fine dell'anno la sposa.

1532

A febbraio torna a Milano. Ripete la domanda di ammissione al Collegio dei Fisici, ma viene ancora bocciata.

1533 

Si trasferisce con la moglie a Gallarate dove può esercitare la professione. Spera in qualche aiuto dai Castiglioni di Cardano.

1534 

Il 14 maggio nasce, dopo due aborti, il primogenito Giovanni Battista. Nel giorno del battesimo si verifica il sinistro presagio del moscone. A Gallarate conosce Filippo Archinto (il futuro arcivescovo di Milano) e scrive per lui due libri (manoscritti): 

De occulta philosophia Agrippae 

De astrorum judiciis 

Scrive anche il De fato. In ottobre torna a Milano. A Gallarate non aveva trovato alcuna risorsa economica e aveva perso molto al gioco. Va a vivere con la moglie e il figlio in uno xenodochio (7 scudi all'anno di affitto). 

L'Archinto gli fa avere una cattedra di geometria, aritmetica e astronomia alle Scuole Piatti per 50 scudi l'anno. Insegnava nei giorni festivi. Con questo stipendio può affittare una casa. Fa mille lavori, cura in modo semiclandestino i canonici di Sant'Agostino e il loro priore Francesco Gaddi. Grazie all'Archinto stringe molte amicizie con persone influenti di Milano. Scrive saggi su Euclide, Tolomeo, sul De Sphera mundi di John Halifax (Sacrobosco).

Pubblica il suo primo libro a Venezia: un breve prognostico astrologico.

1535

Nel giugno, il Collegio dei Fisici, pur non accogliendolo tra i membri effettivi, gli consente di praticare l'arte medica. La madre va ad abitare con Gerolamo. Inizia a curare persone influenti di Milano tra cui la famiglia Borromeo. Incidente della morte del figlio di Camillo Borromeo e sogno premonitore.

1536 

Scrive il De malo recentium medicorum medendi usu, libro polemico contro i medici. Viene pubblicato a Venezia, con dedica all'Archinto, da Ottaviano Scoto. Nello stesso anno scrive alcuni opuscoli di astrologia per l'Archinto e per il D'Avalos.

1537

Nasce la figlia Clara (nome della nonna). 

Muore la madre di Cardano in concomitanza con segni prodigiosi. Sogno della madre morta e di un amico morto. Altri sogni fantastici e premonitori (salita al monte, il padre nel cielo della luna). Ospita Ludovico Ferrari (ha 15 anni) come valletto, lo educa alla matematica. Incontro con Giovanni de Tonini (Zuanne da Coi) che gli parla delle scoperte di Tartaglia.

1538 

Cura uno dei due figli di Francesco Sfondrati, cremonese, amico di Carlo V e futuro cardinale. Il figlio Nicolò diventerà papa (Gregorio XIV).

1539 

Il 25 marzo si incontra con Tartaglia che gli rivela il metodo di risoluzione delle equazioni cubiche. Pubblica la Pratica arithmeticae, dedicata a Francesco Gaddi, priore agostiniano, con il ritratto e la scritta "Nemo propheta acceptus in patria". Il 14 agosto, grazie allo Sfondrati e ad altri amici, ottiene l'ammissione al Collegio dei Fisici. Secondo testamento: lascia erede Gianbattista, assegna una dote di 2000 scudi alla figlia e una pensione di 50 scudi annui alla madre. Il tipografo di Norimberga Joannes Petreius gli chiede di poter pubblicare qualche sua opera. Sarebbe stata curata da Andreas Osiander. Cardano invia il De astrorum judiciis e in seguito altre opere.

1541 

Cardano diventa rettore del Collegio dei fisici. (Porta lo stendardo per l'ingresso di Carlo V) Gioca (e vince regolarmente per due anni) agli scacchi con Angelo Vimercati.

1543 

L'università di Pavia si trasferisce a Milano per paura di una nuova guerra con la Francia. Cardano accetta la cattedra di medicina. Il 25 maggio nasce il terzo figlio, Aldo Urbano. Scrive la prima versione del De libris propriis.

1544

Pace di Crépy. La situazione politica normalizzata consente di riaprire l'università a Pavia. Cardano pensa di rinunciare alla cattedra, ma la notte prima della decisione crolla parte della sua casa in S.Michele alla Chiusa. Decide così di trasferirsi (l'anno successivo). Pubblica parecchi oroscopi a Norimberga (di città, di personaggi famosi dell'antichità, di categorie come gli effemminati, i bimbi infelici, i parricidi). Pubblica anche il trattato Sull'immortalità dell'anima. Comincia a lavorare all'Ars Magna.

1545

Pubblica a Norimberga l'Ars Magna e a Milano il Contradicentium medicorum liber. Nel marzo redige il terzo testamento: eredi i due figli maschi. La dote di Clara sale a 3000 scudi, conferma la pensione alla moglie. Si trasferisce a Pavia (stipendio 240 scudi all'anno).

1546

Muore la moglie Lucia. Chiama presso di sè la suocera Taddea. A Pavia diviene amico di Andrea Alciato appena rientrato a Pavia dove morirà nel 1550. Il re di Danimarca, su consiglio del Vesalio, gli offre di trasferirsi presso di lui per 1300 scudi l'anno, ma Cardano rifiuta. Scrive i consigli per i figli. Scrive una raccolta di favole "De le burle calde" e si occupa di fisiognomica che lui chiama "Metascopia", lettura del volto (soprattutto le pieghe della fronte) con metodi affini a quelli usati per la mano. 

1548

Il 10 agosto ha luogo in Milano, nella chiesa di S.Maria del Giardino, la sfida tra Tartaglia e il Ferrari (che difende Cardano).

1550 

Pubblica a Norimberga il De subtilitate, il libro che gli procurò maggior fama tra i contemporanei. Viene ripubblicato l'anno seguente a Parigi, Londra e Basilea. E' una sorta di enciclopedia dello scibile in 21 libri (fisica, astronomia, metalli, pietre, piante, animali, uomini, scienze, arti, miracoli, demoni, sostanze prime, Dio e l'universo). Polemica con Giulio Cesare Scaligero (aristotelico) per il suo averroismo. Compie a Pavia molti esperimenti con le lenti, con i metalli, con la luce.

1551

Lascia Pavia (non gli pagavano lo stipendio) e torna a Milano. Dedica una nuova edizione del De Subtilitate a Ferrante Gonzaga. In novembre arriva una lettera del medico di John Hamilthon primate di Scozia che chiede consiglio a Cardano su come curare il vescovo. (Era giunto a Edimburgo il De Subtilitate)

1552

Il 22 febbraio Cardano parte da Milano e arriva a Lione il 13 marzo. Da lì riparte per Parigi dove incontra i medici Fernelius e Silvius. Incontra altri studiosi, visita il tesoro di St.Denis. Parigi non gli piace (troppo fango nelle strade). Il 3 giugno giunge a Londra e dopo altri 23 giorni è ad Edimburgo. Cura il vescovo che soffriva d'asma con diete, bagni, riposi e altre prescrizioni tra cui quella di evitare i cuscini di piuma. Il 13 settembre, dopo aver rifiutato le offerte della reggente Maria di Lorena, riparte per Londra con 1400 scudi. 

A Londra incontra Edoardo VI (quello del racconto Il principe e il povero), compila il suo oroscopo prevedendo una vita tormentata ma lunga. Il re invece morirà dopo pochi mesi. L'ambasciatore di Francia a Londra gli offre 800 scudi l'anno per entrare al servizio del re, ma Cardano rifiuta. A Dover prende al suo servizio il dodicenne William. Torna a Milano passando per l'Olanda, il Reno, Basilea, Berna. A Basilea Guglielmo Grataroli, medico fuggito perché eretico, gli salva la vita.

1553

Il 3 gennaio rientra a Milano dal suo lungo viaggio. Rifiuta di entrare al servizio del cardinale Ercole Gonzaga, reggente del ducato di Mantova e fratello di Ferrante, per 30.000 scudi vita natural durante.

1554

Pubblica il commento al Tetrabiblos di Tolomeo con in appendice l'oroscopo di Cristo. E' dedicato a John Hamilthon.

1556

La figlia Clara sposa il patrizio Bartolomeo Sacco. Il figlio Giovanni Battista si laurea in medicina.

1557

Viene stampato a Basilea il De rerum varietate in 17 libri (in questo libro parla del giunto cardanico). Polemica dello Scaligero che lo attacca con una pubblicazione. Il 20 dicembre ha una visione premonitrice della morte del figlio Gianbattista. Il giorno seguente, all'insaputa del padre, Gianbattista sposa Brandonia Seroni. Cardano non vuole riceverli in casa e la coppia deve vivere con pochissimi mezzi.

1559

Riprende la cattedra a Pavia (600 scudi annui) e si trasferisce lasciando il figlio Aldo nella casa di S.Michele alla Chiusa. Sistema il giovane William presso un sarto a Milano. A Pavia abita in una casa di sua proprietà vicino al castello. Ospita alcuni suoi allievi. Quarto testamento: il patrimonio metà a Clara e l'altra metà in parti eguali ai due maschi che avranno anche le pietre preziose. All'Ospedale maggiore i manoscritti. Ad un altro eventuale figlio (aveva un'amante?) i soldi per laurearsi o per sposarsi. Nasce Fazio, figlio di Giambattista.

1560

Ai primi giorni dell'anno si verifica l'incontro con Giambattista a Milano e l'episodio del maiale che preannuncia la sua futura disgrazia. La moglie, dopo aver partorito un secondo figlio, rivela al marito che i due bambini erano figli di due suoi amanti. Giambattista avvelena la moglie, il 17 febbraio viene arrestato e processato. Segno premonitore della morte nell'anulare di Cardano che torna a Milano per difendere il figlio. Il 9 aprile Giambattista viene decapitato in carcere. Il segno sull'anulare scompare quella stessa notte. Gli accusatori subiscono una serie di disgrazie. Cardano (su suggerimento del suo "genio") trova temporaneo sollievo al suo dolore tenendo in bocca lo smeraldo della collana. Il Genio dice di chiamarsi Stefano Dames. Scrive il Theonoston sull'immortalità dell'anima, il De utilitate ex adversis capienda il De Secretis e l'Encomium Neronis.

1561

William muore per le fatiche e i maltrattamenti del sarto. Intrighi e calunnie (pederastia) contro Cardano dai professori di Pavia che mirano a prendere il suo posto. Cardano teme di essere ucciso. A Milano lo accusano di eresia, ma le accuse vengono stroncate dal Morone e dal Borromeo. Carlo Borromeo insiste perché venga assegnata a Cardano la cattedra di medicina a Bologna.

1562

Dopo molte trattative e difficoltà frapposte dai professori di Bologna, l'11 giugno Cardano si dimette da Pavia e poi si trasferisce a Bologna come professore di medicina per 521 scudi l'anno. Viene pubblicato a Basilea il Libro dei sogni, dedicato a Carlo Borromeo. A Bologna vive con il nipotino Fazio da principio in varie case d'affitto, poi in una sua casa vicino a S.Giovanni in Monte.

1563

Dopo un anno di prova viene riconfermato per 700 scudi l'anno con un contratto di 8 anni. Ha molto successo come medico. Scommette pubblicamente sulle sue capacita di diagnosi e di guarigione.

1564

Ludovico Ferrari, dopo aver lasciato la Prefettura del Catasto di Milano, giunge a Bologna per insegnare matematica. Cardano pubblica alcuni libri di medicina dedicati a Pio IV. Lavora al De natura (postumo) ultimo suo trattato filosofico sui corpi e l'anima.

1565

Ludovico Ferrari muore in sospetto di eresia (forse avvelenato da una sorella). Incendio nella camera di Cardano che fa presagire futuri pericoli.

1566

Quinto testamento: eredi del patrimonio sono Aldo e Fazio.

1569

Aldo, che da qualche anno vagava per l'Italia giocando a dadi, giunge a Bologna per chiedere soldi al padre. Lite a denuncia contro il figlio per furto di pietre preziose e soldi. Aldo scappa ma poi restituisce le pietre.

1570

Pubblica alcuni libri di medicina e di matematica. Il 6 ottobre viene arrestato dal Sant'Uffizio per eresia. Resta in carcere 77 giorni durante i quali adotta il sigillo con la rondine. Il 22 dicembre ottiene la libertà su cauzione (1800 scudi) e resta agli arresti domiciliari per tre mesi.

1571 

Il 18 febbraio ha luogo il processo. Deve abiurare (privatamente) da alcuni errori del De rerum varietate. Non deve più pubblicare. Lasciato l'insegnamento, resta a Bologna come medico. Cambia il testamento indicando altri eventuali luoghi di sepoltura, ma privilegiando S.Giovanni in Monte a Bologna. Esprime il desiderio di trascorrere la vecchiaia in luoghi felici: in Italia all'Aquila o a Porto Venere, fuori d'Italia a Monte S.Giuliano in Sicilia, a Dieppe sul fiume Arques, a Tempe in Tessaglia. Se fosse stato più giovane sarebbe andato in Cirenaica, in Palestina o nell'isola di Ceylon.

A settembre con il fedele Silvestri (che diventerà medico personale e amico di S.Filippo Neri) e Fazio va invece a Roma, dove abita in diverse zone della città.

1572

Cura molti prelati. Ha la visione del contadino che dice. " Te mi casa".

1573

Ottiene dal nuovo papa Gregorio XIII una pensione. Anni di solitudine e di amare considerazioni sugli uomini: "quale uomo mi potresti proporre che non si porti sempre appresso una borsa d'escrementi e un otre d'orina?"

1575 

In autunno inizia a scrivere la sua autobiografia. Il 13 settembre è accolto dal Collegio romano dei medici.

1576

In maggio termina di scrivere l'autobiografia che verrà pubblicata a Lione nel 1642. In estate redige l'ultimo testamento. Lascia erede Fazio (aveva ancora le case di Pavia e di Bologna). Ad Aldo va una piccola pensione. Il patrimonio era valutato 8100 scudi. Vuole essere sepolto a Milano in S.Marco accanto al padre e al figlio Gianbattista. Muore a Roma forse il 20 settembre. Aveva previsto la propria morte per il 5 dicembre 1573. Viene sepolto provvisoriamente in S.Andrea a Roma, non si sa dov'è la tomba definitiva. Non viene subito trasportato a S.Marco perché a Milano infuriava la peste.

1663

Vengono pubblicati a Lione 10 volumi delle sue Opere a cura di Charles Spon. Si tratta di 130 titoli.

 

Ultima modifica: mercoledì 31 luglio 2002

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