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Cenni sull'idrografia dell'area milanese

di Gian Luca Lapini

Corsi d’acqua principali dell’area Milanese

 

Per meglio comprendere come fu affrontato il problema fognario a Milano è opportuno qualche accenno all’idrografia dell’area milanese, che è piuttosto complessa anche a causa dei numerosi interventi effettuati nel corso dei secoli: in effetti il problema della fognatura e quello della regolazione dei diversi corsi d’acqua, naturali ed artificiali, che attraversano la città, si mescolano inestricabilmente.

Il dato di fatto fondamentale che si può osservare su una qualsiasi mappa dell’area milanese è l’andamento dei corsi d’acqua, all’incirca paralleli fra di loro, e con direzione di scorrimento da nord-ovest verso sud-est, corrispondentemente alla direzione di pendenza del piano padano.

A nord-ovest entrano in città vari corsi d’acqua, il principale dei quali è il torrente Seveso, proveniente dai rilievi morenici del comasco; segue la via Ornato e con un percorso sotterraneo confluisce nella Martesana in via Melchiorre Gioia. Nel Medioevo Seveso e Nirone alimentavano le acque del fossato difensivo, a ridosso delle mura della città.

Corsi d’acqua in ingresso a nord del territorio di Milano

Martesana, Fossa Interna e Redefossi, in una mappa del 1884Il naviglio della Martesana, costruito fra il 1457 ed il 1465, deriva le sue acque dall’Adda nei pressi di Trezzo ed entra in città dalla via Padova. Un tempo esso alimentava la fossa interna dei navigli passando dalla conca dell’Incoronata e dal laghetto di San Marco; dopo la confluenza col Seveso, che avviene all’altezza con via Carissimi, dà origine, al Ponte delle Gabelle, vicino a Porta Nuova, al Cavo Redefossi. Quest’ultimo scorre (ora coperto) sotto i viali della cerchia orientale dei Bastioni, fino a Porta Romana, dove devia lungo il Corso Lodi e le vie Cassinis e Rogoredo, sbucando poi in un condotto a cielo aperto (ora coperto) che fiancheggia la via Emilia, fino alla confluenza nel Lambro. Il tratto del Redefossi che va da piazza Medaglie d’Oro al Lambro venne scavato tra il 1783 ed il 1786 per rimediare alle frequenti esondazioni che interessavano le zone di Porta Vittoria, Porta Romana e Porta Ludovica.

Il naviglio della Martesana alla conca dell’Incoronata (verso il 1930)Il laghetto di San Marco (verso il 1930)

Il fiume Olona, che nasce nelle prealpi varesine, raggiunge Milano nei pressi dell’attuale Quartiere Gallaratese; percorrendo in sotterranea i viali della circonvallazione occidentale fino a San Cristoforo, supera il Naviglio Grande e dà origine al Colatore Lambro Meridionale. Un tempo esso si immetteva invece direttamente nella darsena di S. Eustorgio (ora di Porta Ticinese).

Olona, Navigli e Darsena, in una mappa del 1884

Nella zona di San Siro confluiscono nell’Olona il torrente Fugone (o Merlata) e poco più a valle il torrente Mussa: entrambi attraversano in sotterranea parte dell’attuale territorio cittadino.

Ad est della città scorre a cielo aperto, proveniente dal triangolo lariano, il Lambro settentrionale, che presso Melegnano raccoglie le acque del Cavo Redefossi e della Roggia Vettabbia, e più a valle quelle del Colatore Lambro Meridionale.

Il Lambro Meridionale, oltre a ricevere le acque dell’Olona, funge anche da scaricatore del Naviglio Grande. Quest’ultimo deriva le sue acque dal Ticino, nei pressi di Tornavento, e confluisce in città nella darsena di Porta Ticinese. Fu scavato alle origini come canale d’irrigazione, negli anni tra il 1179 e il 1209, e fu chiamato Grande nel 1269 quando la sua sezione fu allargata per renderlo navigabile. Tutto il marmo usato per la costruzione del Duomo, dalle cave dell’Ossola, scendendo lungo il fiume Toce, il Lago Maggiore, il Ticino ed il Naviglio Grande, arrivava in città fino al Laghetto di Santo Stefano, vicinissimo al cantiere.

Dalla Darsena prende origine il Naviglio Pavese, che collega Milano con Pavia; la sua costruzione è assai più tarda, in quanto fu completato nel 1819.

Per rimediare alle frequenti esondazione del Seveso e dell’Olona esiste inoltre lo scolmatore di Nord-Ovest, che purtroppo scarica acque molto inquinate nel Ticino, e che si è però spesso dimostrato insufficiente ad evitare allagamenti in città, soprattutto nella zona di Niguarda.

Notiamo infine che a nord di Milano, trasversalmente alla pianura scorre il Canale Villoresi, che collega Ticino ed Adda, fornendo acqua di irrigazione ad un ampio comprensorio naturalmente meno ricco di acqua della zona a nord della città. Questo canale, che non ha un diretto impatto sulle acque che confluiscono in città, fu realizzato nel 1880-81, su progetto dell’ing. Eugenio Villoresi.


Vedi anche Milano città acquatica e il suo porto di mare in questo sito.

 

Ultima modifica: lunedì 3 maggio 2004

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